Saigon Calling

A cinquant’anni dalla “caduta di Saigon”, che segna la fine della Seconda guerra d’Indocina, durata un ventennio, questa mostra, elaborata con il coinvolgimento degli studenti del Lilec, vuole riflettere sulle eredità e sulle memorie di quel conflitto, uno dei più drammatici del Novecento americano e asiatico, paradigmatico per diversi motivi.

La rilevanza storica, culturale e sociale di questa guerra è testimoniata dall’ampia produzione di testi a essa dedicati, così come da un altissimo numero di prodotti culturali che attraversano generi e media molto diversi tra loro; una produzione che non è mai cessata e che, di fatto, continua ormai da cinquant’anni. Questa proliferazione di fonti è motivata dall’impossibilità di inscrivere quest’evento in una narrazione unitaria e condivisa. Pertanto, sebbene il conflitto armato si sia concluso nel 1975, esiste un dibattito ancora acceso sull’esistenza e la possibilità di raccontare, rappresentare e commemorare in modo “etico” quest’evento, accogliendone le molteplici sfaccettature, al fine di interrogarsi su quali lezioni si possano (ancora) apprendere.

La mostra vuole così stimolare una riflessione intergenerazionale sui processi di formazione di memorie collettive traumatiche, nella consapevolezza che il trauma sia (anche) una costruzione sociale. Sebbene, in ambito nordamericano (e occidentale), si siano fatti ampi sforzi per integrare le narrazioni dell’altro campo — il vecchio nemico, comunista e asiatico — è importante superare tale binarismo, che oppone un “noi” (occidentale) a un “voi” (quello nemico), incorporando prospettive spesso dimenticate, tra cui quella diaspora vietnamita. La mostra vuole, infine, incoraggiare un atteggiamento critico verso i media che hanno narrato quel conflitto, mostrandone i bias, ma anche l’importanza avuta nel creare un sentimento di dissenso.

Lo scopo della mostra è quello di mettere in luce e in dialogo le diverse memorie culturali che attraversano quel conflitto, focalizzandosi sugli elementi che lo rendono ancora rilevante, anche a causa della trasmissione intergenerazionale del trauma, in forma di postmemoria e di memoria prostetica, attraverso proiezioni dovute a racconti familiari e a rimediazioni artistiche e non dell’evento. 

Progetto a cura di Mattia Arioli (Letterature Anglo-Americane), con la collaborazione di Nicole Baldanzini, Emanuela Calasso, Isabel Feeney, Antoine Leroux, Essi Pihlajaoja, Angelica Toppi, Taru Varjo

Con il supporto della Commissione Paritetica Lilec

In collaborazione con gli insegnamenti di Letterature Anglo-Americane (Elena Lamberti) e Letteratura Francese (Maria Chiara Gnocchi)

Quando è possibile visitare la mostra

  • 8 maggio 2025 - 30 maggio 2025

Luogo

  • Via Cartoleria 5 - Bologna