La storia

Dal Collegio del Beato Luigi al Dipartimento di Lingue

Dal Collegio del Beato Luigi al Dipartimento di Lingue

I brani che seguono sono tratti dal libro di Vincenzo Musumeci "Collegio del Beato Luigi"* 

Il comparto urbano delimitato dalle vie Castiglione-Cartoleria-De' Chiari è stato interessato fin dal XVI secolo da continui insediamenti edilizi dei R.R.P.P. Gesuiti. La storia, l'epoca e le concezioni architettoniche spaziali del Collegio intitolato al Beato Luigi sono strettamente connesse alla ormai celebre ex Chiesa di Santa Lucia, ora Aula Magna dell'Università di Bologna. [ ... ] Il Collegio ha impegnato diversi architetti, tra i quali, oltre a Giuseppe Antonio Torri, Giovan Battista Piacentini, suo allievo e [...] erede di tutti i suoi lavori compresi quelli commissionatigli dai Gesuiti. [...]

I Gesuiti non si limitavano a far tradurre in linee e schemi le loro esigenze o a definire richieste e requisiti, ma tendevano, durante le stesure progettuali o le fasi esecutive, ad imporre precise caratteristiche agli spazi, spingendosi fino a darne misure o caratteristiche plani-volumetriche. [...] Il Collegio San Luigi rappresenta, nell'architettura settecentesca, un grande esempio ove l'assetto spaziale distributivo ne determina la forma che non richiama a nessuna tipologia esistente, ma anzi innova e dà compito e facoltà all'architetto, pur in un meticoloso dettato di esigenze, di dimensionare la fabbrica.

I lavori del Collegio San Luigi iniziano dalle parti prospicienti il campetto Santa Lucia e si registrano a buon punto nel 1717, anno in cui il Senato bolognese concede una rettifica dei fronti su via Cartoleria Vecchia e la chiusura di un portico. La concessione più significativa risulta però essere quella del 28 aprile 1725 quando, su istanza del Rettore del Collegio Padre Ignazio Manci, il Senato consenti di "occupare piedi quadri n.l49 di suolo pubblico per condurre il portico di detto collegio sino all'angolo della strada De' Chiari e di occupare inoltre piedi 102 ed once 4 di suolo pubblico nella detta via De' Chiari [...] e di poter in fine lineare il portico nella via suddetta occupando perciò in essa altri 32 simili di suolo pubblico purché 65 piedi, che ora sono di proprietà privata, rimangano di ragione pubblica".

Questa concessione dà inizio al lavoro già preparato dal Torreggiani. [...] La concezione dell'insieme che si sviluppa attorno a un vasto cortile è decisamente innovativa: le aule delle quattro discipline sono la chiave per comprendere tutto l'edificio, anche se la variante in corso d'opera, richiesta al Torreggiani, vale a dire l'inserimento del teatro, boccascena e locali per macchinari, ne ha inficiato la simmetria e l'organizzazione dello stesso con ripercussioni sul suo aspetto esterno. L'impianto, pensato in maniera rigorosamente simmetrica, possiede due assi di simmetria. Mentre la variante dell'allineamento su via Cartoleria risulta obliquo rispetto all'organizzazione dell'assieme. Infatti le grandi proporzioni del colonnato, lo spazio interno dilatato dalle grandi aule, le invenzioni degli spazi minori e, soprattutto, le ampissime altane ne fanno un assieme di grande interesse architettonico tipologico.

L'aspetto più peculiare del Collegio è dato dagli spazi didattici che qui trovano un'interessante articolazione nelle aule a doppio volume, una vera e propria innovazione rispetto alle costruzioni scolastiche del tempo che supera il classico concetto di "camerata". Il momento collettivo dei collegiali è affiancato, per le elaborazioni individuali, da un insieme di spazi più contenuti: le grandi aule a doppia altezza sono infatti integrate da un doppio ordine di dieci studioli, sviluppati su blocchi contrapposti che si affacciano direttamente sull'aula.
Gli studi superiori sono a loro volta disimpegnati per mezzo di una balconata collegata con scalette a chiocciola [...]. Al piano terra, contigui all'atrio, si trovano la grande sala del refettorio e la cucina, caratterizzata da un grande pilastro centrale e parzialmente fuoriuscente l'edificio; sul lato opposto è ricavato il grande teatro, frutto della modifica di aula richiesta tardivamente al Torreggiani.

Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1773, l'Arcivescovo Vincenzo Malvezzi diede il convitto ai Padri Barnabiti, che seppero mostrarsi all' altezza del compito conservando il prestigio di cui le scuole, Santa Lucia e i collegi dei Gesuiti avevano goduto. [...] Le ulteriori vicende che il fabbricato subì in seguito alla soppressione di vari beni ecclesiastici non produssero danni sensibili. Ciò è registrato, nel 1870, nella relazione stesa dall'ingegnere Francesco Vecchi sullo stato di conservazione dei vari ambienti, probabilmente servita per la presa in carico dai fondi ex religiosi ai beni demaniali.

Il Collegio viene infatti ceduto all'E.C.A (Ente Comunale Assistenza) divenendo centro per sfollati e sinistrati senza tetto ed assumendo il dispregiativo appellativo di "Casermone". Un uso improprio avvenne invece durante l'ultima guerra allorché il Collegio fu destinato a Casa di Correzione e Caserma, tuttavia con alterazioni di modesta entità. I danni peggiori furono arrecati al fabbricato nel secondo dopoguerra soprattutto negli anni Sessanta, quando un incendio di origine dolosa danneggiò gravemente la copertura e la zona posta in angolo verso Santa Lucia che risultarono completamente collabenti. Il fabbricato, in seguito alla soppressione dell'E.C.A, divenne a tutti gli effetti di proprietà comunale, ma fu lasciato per molto tempo in stato di completo abbandono.

Successivamente, nel 1975-77, il Comune di Bologna intraprese lavori di rifunzionalizzazione nella zona delle ex residenze, destinandole a studentato.

Nel 1981, grazie ad una Convenzione con l'Università, il Comune concesse il fabbricato in diritto di superficie 99ennale e si intrapresero subito i lavori con il rifacimento completo della copertura. Il Dipartimento di Lingue comincia a insediarsi nel 1982 con la direzione e la segreteria, i primi lavori di restauro iniziano nel 1983, con sostanziali interventi volti a completare l'edificio nel 1991. [...] La complessità delle nuove funzioni da attribuire al contenitore storico ha trovato piena rispondenza strutturale e tipologica; nato infatti come scuola e nello stesso tempo collegio si è dimostrato strutturalmente idoneo come articolazione degli spazi primari e funzionali alla destinazione. [...]

Nel pieno rispetto delle preesistenze, dei sapienti equilibri strutturali, ecc. sono stati recuperati originali pavimenti in cotto, veneziane, infissi settecenteschi ed opere da fabbro. I vecchi e fatiscenti solai sono stati mantenuti imponendo strutture più idonee alle nuove destinazioni, talora rifatti con le medesime metodologie e quote. [...] I sotterranei dopo i necessari trattamenti di deumidificazione pavimenti, impianti, ecc. sono stati destinati a deposito per i volumi della grande biblioteca, ad eccezione della zone ex cappella che diventerà un moderno centro di telematica per l'insegnamento delle lingue. La biblioteca, posta nell'antico teatro [...] è dotata di un'emeroteca, di un moderno impianto antitaccheggio e di strutture per la sicurezza antincendio e rilevazioni fumi. -------------------------------------------------------------------------------- * Vincenzo Musumeci, Collegio del Beato Luigi, Bologna, Adanti Solazzi & C., 1991 pp. 9, 18, 19, 21, 22, 25, 30, 31, 33, 39, 41, 45.