Le intersezioni tra la religiosità iranica e il pensiero occidentale costituiscono un ambito di studio complesso e stratificato, i cui sviluppi si possono rintracciare sin dall’età presocratica. Fin dalle prime speculazioni filosofiche greche, passando per l’orfismo e la filosofia platonica, si osservano elementi concettuali che rivelano un contatto - diretto o mediato - con la tradizione religiosa dell’antico Iran. In particolare, l’ermetismo e, soprattutto, lo gnosticismo rappresentano momenti chiave in cui l’influenza iranico-zoroastriana risulta particolarmente evidente. Il contributo del pensiero iranico, e nello specifico della dottrina zoroastriana, all’elaborazione delle concezioni gnostiche si manifesta attraverso numerosi elementi strutturali. Tra questi, spiccano le concezioni dualistiche, quali l’opposizione tra spirito e corpo o tra luce e tenebre, che costituiscono l’ossatura metafisica di molte correnti gnostiche. A ciò si aggiunge la concezione dell’identità profonda tra le forze spirituali divine e le virtù umane, che riflette una visione secondo cui il mondo materiale è l’eco degradato di una realtà superiore. Particolarmente rilevanti sono anche le dottrine escatologiche condivise: il tema del viaggio dell’anima nell’aldilà, l’attesa della fine del mondo e la nozione di un giudizio finale sono tutti elementi che trovano paralleli nella cosmologia e nella teologia zoroastriane. Tali analogie indicano non soltanto una trasmissione di contenuti religiosi, ma anche un influsso più profondo, di natura simbolica e antropologica, che ha contribuito alla formazione di una visione del mondo caratterizzata da un’accentuata dicotomia ontologica ed etica. In sintesi, l’eredità iranico-zoroastriana, pur mediata da molteplici canali culturali e religiosi (tra cui anche i testi dei manoscritti del Mar Morto), ha esercitato un’influenza significativa e duratura sulle strutture del pensiero religioso e filosofico dell’Occidente tardo-antico, contribuendo in modo sostanziale alla configurazione del dualismo come paradigma interpretativo della condizione umana.