Patrick Zaki, il nostro studente egiziano del Master Internazionale GEMMA (in women’s and gender studies) e del corso di Laurea magistrale in Letterature moderne, comparate e postcoloniali, non è ancora libero. Dopo una lunga e ingiusta detenzione di quasi due anni in carcere in Egitto (dal 7 febbraio 2020), Patrick è stato rilasciato l’8 dicembre scorso e ha così potuto riabbracciare i suoi cari. Ma Patrick non è libero, è solo fuori dal carcere. Dobbiamo ricordare che non può lasciare l’Egitto e non può tornare in Italia per finire i suoi studi. Dopo lunghi mesi che hanno messo a dura prova la sua salute e il suo morale, la crudeltà psicologica ancora non ha fine. Di rinvio in rinvio, Patrick aspetta ancora un giusto processo e tutte e tutti noi, insieme a lui, aspettiamo che sia finalmente assolto da tutte le accuse. Patrick non è libero. Patrick aspetta di poter tornare in Europa e in Italia e a Bologna, al suo Master, per finire i suoi studi, bruscamente interrotti. Se è vero che Patrick ha potuto studiare online, è altrettanto vero che non può frequentare le nostre biblioteche, i nostri archivi per fare le ricerche necessarie per i suoi esami e la sua tesi. Non possiamo accettare l’abitudine a convivere con le ingiustizie. Non possiamo accettare parziali libertà che non rendano giustizia. Non vogliamo abituarci a questa situazione. Patrick è in attesa da troppi mesi di una sentenza che deciderà della sua vita; la prossima udienza avrà luogo il 27 settembre. Chiediamo che Patrick possa tornare in Italia ora, anche prima della udienza del 27 settembre, per finire i suoi esami del primo anno e fare le sue ricerche. Chiediamo di non abituarci alla sua presenza virtuale, di non stancarci di chiedere la sua libertà e il suo ritorno a Bologna. Continueremo il nostro impegno per Patrick, per i diritti umani e per chi vive situazioni a rischio.
(Il Master GEMMA e il Direttore del Dipartimento LILEC)