Vademecum: norme per la redazione della prova finale

Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Moderne

Corso di studio in Lingue e Letterature Straniere
Corso di studio in Lingue, Mercati e Culture dell’Asia e dell'Africa Mediterranea

 

Premessa

Il presente Vademecum intende offrire un agile supporto agli studenti impegnati nella pianificazione e nella stesura della prova finale delle lauree triennali afferenti al Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne, vale a dire:

•  Corso di studio in Lingue e Letterature Straniere;
•  Corso di studio in Lingue, Mercati e Culture dell’Asia e dell'Africa Mediterranea.

Il Vademecum ha l’obiettivo di uniformare l’utilizzo di alcune norme redazionali cui i laureandi devono attenersi (ad esempio, impaginazione e numerazione delle sezioni). Altre indicazioni di carattere formale (l’uso delle virgolette, le modalità di citazione, ecc.) spettano invece al relatore, al quale il laureando si premurerà di chiedere informazioni dettagliate. In ogni caso, è bene ricordarsi che una delle proprietà fondamentali delle tesi di laurea è la coerenza: una volta adottato un criterio (relativo alla compilazione della bibliografia, al sistema delle note, ecc.), è necessario adottarlo in maniera uniforme dall’inizio alla fine.

Gli studenti sono pregati di adottare le norme redazionali suggerite nel Vademecum sin dalla prima versione dei capitoli. Sarebbe inoltre auspicabile che si avvalessero delle medesime norme anche nella stesura di eventuali tesine d’esame, relazioni ed esercitazioni scritte.

 

1. Informazioni preliminari

Le informazioni contenute nel Vademecum integrano quelle consultabili alla sezione ‘Prova finale: modalità e scadenze’ di ciascun corso di laurea.
•  Corso di studio in Lingue e Letterature Straniere;
•  Corso di studio in Lingue, Mercati e Culture dell’Asia e dell'Africa Mediterranea.

Si raccomanda anche l’attenta lettura del ‘Regolamento per la prova finale’ che, per entrambi i corsi di studio, è scaricabile dalla sezione ‘Allegati’, nella barra laterale destra della pagina. Il regolamento riporta alcune norme che riguardano, ad esempio, i rapporti tra laureando e relatore, la lunghezza dell’elaborato, e i criteri di valutazione della prova finale.

Se ti laurei in Lingua e Letteratura giapponese, scarica questo documento.

 

2. Impaginazione e formattazione

Come segnalato nella sezione ‘Informazioni generali e calendario della prova finale’, il laureando può scegliere di scrivere la tesi avvalendosi di uno dei seguenti tipi di carattere: Times, Courier o Helvetica. Si raccomanda agli studenti che fanno uso di programmi di scrittura diversi da Word (Windows) di scegliere un tipo di carattere il più simile possibile a quelli suggeriti.

L’impostazione e i criteri di formattazione della pagina cambiano leggermente in base al tipo di carattere. È necessario quindi attenersi ai criteri relativi al carattere scelto.
•  Impostazione e formattazione della pagina – Times New Roman
•  Impostazione e formattazione della pagina – Courier
•  Impostazione e formattazione della pagina – Helvetica

 

3. L’articolazione dell’elaborato

3.1 Le sezioni
La struttura finale dell’elaborato di tesi dovrà essere la seguente (le sezioni obbligatorie sono sottolineate):
•  Frontespizio → Si consulti il modello per la formattazione del frontespizio in una delle due versioni seguenti: con marchio di Ateneo o senza marchio di Ateneo
•  Ringraziamenti
•  Indice → Si consulti il modello per la formattazione dell’indice.
•  Introduzione
•  Indice delle sigle e/o delle abbreviazioni → Questa sezione può essere utile per le tesi che riportano un certo numero di sigle (indicativamente più di sei o sette) di natura specialistica e quindi non immediatamente decifrabili dal lettore.
•  Capitoli Da un minimo di 2 a un massimo di 6 o 7 capitoli.
•  Conclusioni
•  Bibliografia
•  Sitografia → La sitografia si rende necessaria solo quando il numero dei siti è consistente, cioè se supera indicativamente le cinque unità. Altrimenti, è consigliabile inserire i siti citati in bibliografia.
•  Filmografia → La filmografia si rende necessaria solo quando il numero dei film è consistente, cioè se supera indicativamente le cinque unità. Altrimenti, è consigliabile inserire i film citati in bibliografia.
•  Appendice/i → Una o più appendici possono essere incluse nella tesi per offrire al lettore documentazione aggiuntiva rispetto a quella riportata nel corpo del testo; possono andare in appendice ad esempio il testo del questionario somministrato, le tracce delle interviste, le trascrizioni del parlato, tabelle di dati ulteriori rispetto a quelle presentate nel testo, ecc.
Riassunto in lingua italiana → Nel caso la prova finale sia redatta in lingua straniera, è necessario aggiungere in appendice un riassunto in lingua italiana di lunghezza pari almeno al 10% dell’elaborato stesso. Si consiglia agli studenti l’attenta consultazione del ‘Regolamento per la prova finale’ dello specifico corso di studi cui sono iscritti perché vi sono differenze tra i due corsi di studio in merito alla redazione della tesi in lingua non italiana.

N.B. Ogni sezione deve essere separata dalla precedente e dalla seguente tramite la funzione ‘Interruzione di pagina’ e deve partire da pagina dispari; ciò vale anche per le singole appendici, nel caso fossero più di una.

3.2 La numerazione delle sezioni
Di seguito è riportato un esempio di numerazione delle sezioni della tesi.

Capitolo 1. Titolo del capitolo
1.1 Titolo del paragrafo
1.2 Titolo del paragrafo
1.2.1 Titolo del sottoparagrafo
1.2.2 Titolo del sottoparagrafo
Capitolo 2. Titolo del capitolo
2.1 Titolo del paragrafo
2.2 Titolo del paragrafo
2.2.1 Titolo del sottoparagrafo
2.2.2 Titolo del sottoparagrafo

 

4. Il corpo della tesi

4.1 Tabelle e figure
Nella tesi possono essere inserite tabelle o figure. Quando presenti, tabelle e figure hanno le seguenti caratteristiche:
•  presentano una numerazione progressiva comune a tutto l’elaborato, ma separata per tipologia (ad esempio, potrebbero essere incluse nella tesi sia tabelle che figure: potremo quindi avere una “Tabella 1” e una “Figura 1”);
•  sono accompagnate da una didascalia che ne descrive brevemente il contenuto e che eventualmente cita la fonte da cui sono tratte;
•  sono formattate in maniera omogenea in tutta la tesi;
•  sono commentate o almeno menzionate nel corpo del testo.

4.2 Sigle e abbreviazioni
•  Se si usano sigle o abbreviazioni, è necessario esplicitarne il significato al primo utilizzo, collocando la sigla tra parentesi subito dopo il nome completo. Dall’occorrenza successiva la sigla può essere usata senza bisogno di specificazioni.
Esempio (prima occorrenza): “Gli iscritti al Centro Linguistico di Ateneo (CLA) […]”.
Esempio (seconda occorrenza e successive): “I locali del CLA offrono […]”.
•  Se il numero delle sigle e/o delle abbreviazioni supera indicativamente le sei o sette unità, è necessario raccoglierle nell’Indice delle sigle e/o delle abbreviazioni.
•  Per ulteriori informazioni su sigle e altri tipi di abbreviazioni si consulti il sito dell’Accademia della Crusca QUI.

4.3 L’uso del corsivo
L’uso del corsivo è limitato ai seguenti casi:
•  parole straniere non entrate nel vocabolario della lingua italiana;
•  titoli di libri, film, progetti, ecc.
•  termini chiave che vengono discussi in dettaglio subito dopo essere stati introdotti o che assumono un ruolo di primo piano nell’argomentazione (questo uso dovrebbe comunque essere limitato);
•  titolo dei sottoparagrafi come indicato nella Sezione 2.

4.4 Virgolette
Le virgolette sono necessarie per segnalare:
•  le citazioni dirette o letterali;
•  l’uso metalinguistico dei termini (ad esempio: la traduzione di “universale”; il concetto di “identità”);
•  eventuali citazioni interne a citazioni.
Il laureando è pregato di chiedere indicazioni al relatore sul tipo di virgoletta richiesta per assolvere le tre funzioni precedenti. Esistono infatti tre tipi di virgolette:
1. singola o apicale (‘virgoletta’);
2. doppia (“virgoletta”);
3. caporale o sergente («virgoletta»).

4.5 Elementi di ortografia
Nella stesura della tesi di laurea, lo studente è tenuto ad attenersi alle seguenti indicazioni di carattere ortografico.

4.5.1 Accento grave e accento acuto
La distinzione tra accento grave e accento acuto si segnala sempre e solo: (1) nel caso della “e”; (2) nelle parole accentate sull’ultima sillaba.
Esempi (accento grave): “è”, “cioè”, “caffè”, “tè”, “Noè”, “Mosè”, “bebè”, ecc.
Esempi (accento acuto): “sé”, “né”, “perché”, “affinché”, “benché”, “ventitré” (e tutti i composti di “tre”), “viceré”, ecc.

4.5.2 Maiuscole e minuscole
Le maiuscole si usano per indicare:
•  i secoli (“il Settecento”, “l’Ottocento”) e i decenni (“gli anni Trenta”);
•  gli avvenimenti e i periodi storici (“l’Età della pietra”, “il Medioevo”, “la Rivoluzione dei garofani”);
•  le istituzioni e gli enti ufficiali (“lo Stato”, “la Chiesa”, il “Liceo”), ma non gli equivalenti nomi comuni (“lo stato moderno”, “la chiesa di Santo Stefano”, “il liceo Fermi”). Quando il nome di istituzioni ed enti è formato da due termini, si usa la maiuscola solo per il primo termine (“la Commissione europea”, “il Partito comunista italiano”), tranne pochissime eccezioni (ad esempio, “le Nazioni Unite”);
•  le feste civili e religiose (“il Primo maggio”, “la Pasqua”).
Le minuscole si usano per indicare:
•  i sostantivi di popolo (scriviamo “gli italiani”, così come scriveremmo “i poeti italiani”);
•  gli aggettivi sostantivati indicanti appartenenza religiosa o politica (“i protestanti”, “i socialisti”).

4.5.3 Numeri
I numeri cardinali si scrivono in lettere (“Nel dipinto sono rappresentate tredici figure”). Fanno eccezione i seguenti casi:
•  le date (“nel 1979”, “il 6 giugno 2003”);
•  le cifre esatte che si trovano all’interno di analisi quantitative (“Il campione intervistato era composto di 92 persone”);
•  le cifre molto alte (“Gli abitanti della regione erano all’epoca circa 20.000”).
I numeri ordinali si scrivono come numeri romani (“III”, “XI”, “LXI”, “CXXXLII”) o come numeri arabi accompagnati da un apice (“Il principe Vincent è il 4° in linea di successione al trono di Danimarca”).

4.5.4 “D” eufonica
La “d” eufonica si aggiunge a “e” e “a”:
•  se la parola successiva inizia con la stessa vocale (“Lo portò ad amare la letteratura”).
•  nelle espressioni “ad esempio”, “ad opera”, “ad oggi”, “ad esso”, e “ad ogni”.

 

5. Il sistema citazionale: citazioni, note e bibliografia

È necessario che il laureando si consulti con il relatore in merito a come trattare citazioni, note e bibliografia. Il relatore potrà suggerire uno dei sistemi citazionali seguenti, ed eventualmente suggerire convenzioni leggermente diverse.
•  Sistema autore-opera;
•  Sistema autore-data.
Una volta concordati i criteri di formattazione con il relatore, il laureando li applicherà in maniera coerente e omogenea in tutto l’elaborato di tesi.

BUON LAVORO!

Appendice